NO AI DIRITTI PRECARI!

L'Italia era una Reppubblica fondata sul lavoro....Riappropriarsene è possibile!







martedì 23 marzo 2010

il mezzo di co


Al vertice di Lisbona del 2000, cui sedeva anche l'italia, fu deciso che l’Europa sarebbe dovuta diventare in dieci anni l’economia della conoscenza più competitiva del mondo. Mentre gli altri Paesi Europei hanno cominciato ad attivarsi il nostro ha deciso di disinvestire nell'istruzione pubblica e di conseguenza nell'alunno, nel futuro. La centralità dello studente, i percorsi più idonei che gli permettano di acquisire le competenze idonee a inserirsi nel mondo lavorativo devono essere prioritarie, fondamentali ed indispensabili. Un'istruzione di qualità. attenta alle esigenze di mercato e agli interessi del nostro futuro lavorativo deve essere uno dei tasselli fondamentali che la nostra Provincia e la nostra Regione deve prioritariamente portare avanti. Il tasso di dispersione scolastica è elevato: il 20% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha conseguito solo la licenza media e abbandonato definitivamente gli studi. Per far sì che ciò non accada è necessario attivare dei percorsi specifici che permettano all'allievo di acquisire maggiore sicurezza e autostima e di recuperare idoneamente con percorsi specifici i debiti formativi. Non è più possibile mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri alunni permettendo che vengano stipati in aule troppo piccole solo perchè la legge impone di metterne minimo 33. La Regione in tal senso dovrà prevedere delle severe sanzioni agli istituti scolastici che violano spudoratamente le norme sulla sicurezza e senza il benchè minimo interesse per la tutela dei propri scolari ne mettono a repentaglio la stessa vita. Non dimentichiamo che Benevento è una zona sismica e che è fondamentale evitare che si verifichino casi come quello di San Giuliano. La tutela degli alunni con disabilità deve essere basilare: sempre più spesso calpestati nei diritti e costretti a ricevere un'istruzione risicata perchè il Governo ha deciso di tagliare e di sottrarre loro quanto gli spetta da relezioni mediche specifiche. In tal senso la Regione dovrà vigilare severamente in merito e pretendere il rapporto uno a uno ( un docente per un alunno con disabilità) laddove sia specificatamente richiesto. Aprire le scuole, investire con maggiore attenzione in quei percorsi di studi che permetteranno ai nostri giovani di inserirsi nel mondo lavorativo devono diventare le fondamenta indispensabili per crescere come Regione. Dimostrare che investire nell'istruzione in maniera specifica, attenendsi alle reali esigenze del settore ed avvalendosi di esperti che vivono la scuola quotidianamente, permettere a tanti lavoratori precari della scuola (personale docente e ATA) di operare in tel senso, è il mezzo di contrasto concreto ad una Riforma che di epocale ha solo i tagli e il mero disinteresse per le giovani generazioni.

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