NO AI DIRITTI PRECARI!

L'Italia era una Reppubblica fondata sul lavoro....Riappropriarsene è possibile!







giovedì 4 marzo 2010

Non consento più ad alcuno di giocare con le nostre vite ed i nostri drammi. Fatti subito da tutti!


L'inoccupazione campana è un problema acuito da una cattiva Governance
generale. Va ricordato a chi sostiene sia una colpa da attribuire solo
ed esclusivamente al centro sinistra, che l'attuale Governo non
manifesta alcun interesse alle fasce deboli colpite dalla crisi. La
epocale riforma Gelmin, vorrei rammentare ai candidati di centro
destra, non solo sminuisce la qualità dell'istruzione pubblica ma è
anche la causa del più grande licenziamento di massa della storia della
Repubblica Italiana . Mai e dico mai un così gran numero di dipendenti
è stato letteralmente cacciato senza giusta causa da un'amministrazione
statale. Un evento straordinario che puntualmente si vuole far passare
inosservato. Il decreto salva precari di fatto non salva nessuno se non
uno sparuto numero di eletti. Da mesi per strada, davanti alla
Prefettura, ai Ministeri si chiedono spiegazioni, incontri, soluzioni,
ma di certo, ci sono solo centinaia di porte sbattute in faccia. Da
mesi si interpellano i Parlamentari locali, si invocano tavoli
interistituzionali e il silenzio assordante ha regnato sovrano. Ora in
campagna elettorale, i candidati lanciano accuse agli avversari. Con
quale logica mi chiedo. Dove erano in questi mesi di rivendicazioni?
Cosa hanno fatto per far sì che il Governo che rappresentano e
difendono tornasse indietro sui propri passi e tutelasse i lavoratori
precari e atipici? Cosa stanno facendo per evitare che l'articolo 18
non venga modificato e che i precari diritti dei precari non vengano
ulteriormente calpestati? La questione lavorativa, dei diritti sociali
è un problema delicato e serio e non accetto minimamente che si
continuino a fare strumentalizzazioni gratuite sulla pelle di chi vive
un dramma. Disoccupata da ben 8 mesi insieme a centinaia di lavoratori
della scuola, della sanità , delle fabbriche, dei consorzi. Non
consento più ad alcuno di giocare con le nostre vite ed i nostri
drammi. Fatti e subito da tutti.

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