NO AI DIRITTI PRECARI!

L'Italia era una Reppubblica fondata sul lavoro....Riappropriarsene è possibile!







giovedì 1 luglio 2010

Diremo No come Pomigliano e come loro Resisteremo!


"La grande crisi", la crisi non voluta, la crisi scaricata sulla povera gente dai poteri forti. Licenziati, privati dei nostri diritti, indeboliti ulteriormente da chi ci Governa ,semplicemente per renderci maggiormente ricattabili. Ci vogliono disoccupati perché vogliono imporci lavori ancora più precari, sottopagati , senza tutele. Ci hanno costretto ad accettare progetti Regionali di poche ore usando l'arma del famigerato salva precari. Abbiamo dovuto apporre la firma ad un contratto che ledeva e cancellava i nostri diritti di lavoratori, che ci imponeva di mandare avanti l'offerta formativa per pochi euro, rimettendoci spesso anche il consumo del carburante per recarci alla sede di lavoro. Hanno utilizzato manodopera a basso costo per mandare avanti il sistema scolastico, per permettere alla scuole Statali di incrementare in fama e in qualità. Un anno logorante, umiliante per tanti di noi, spesso costretti a contenderci quel poco di briciole che di tanto in tanto ci lanciavano. Hanno sfruttato spietatamente la nostra necessità di sopravvivenza per il loro tornaconto personale. Insomma noi siamo l'effetto, il diretto risultato della politica economica egoista e spregiudicata attuale. Pomigliano ha resistito, ha avuto la forza e la possibilità di dire no e di opporsi. A noi invece hanno iniettato la dose letale lentamente, a piccole gocce hanno utilizzato un'arma ancor più subdola: prima la firma di un contratto atipico in cui dietro il riconoscimento di 12 punti ci veniva imposta l'accettazione di tutte le convocazioni che ci sarebbero arrivate pena la perdita dei benefici (12 punti, esclusione dalla graduatoria) poi ci hanno imposto il lavoro ad ore sottopagate ed infine la cancellazione di tutti i diritti. I sindacati, complici hanno firmato e sottoscritto tutti contribuendo alla nostra morte professionale. Noi oggi Diciamo No, come Pomigliano resisteremo e ci opporremo ai ricatti e alla sottomissione imposta. La crisi può e deve essere risolta tassando le banche, eliminando gli sprechi, non investendo centinaia di milioni di euro in missioni militari e armamenti.
Siamo sicuramente la crisi più significativa dell'Intero Territorio Italiano : 1500000 licenziati in un triennio. Tutti sottovalutano, ci calpestano, ci umiliano, senza alcun ritegno. Da oggi ci vedranno tutti, parleremo a tutti, informeremo, discuteremo. Saremo davanti alla Provincia, insieme ai lavoratori dei Consorzi, li affiancheremo e con loro condivideremo i nostri drammi e ci faremo forza. Abbiamo incontrato Da Viespoli a De Girolamo, da Franceschini a Cesa, da Di Pietro a Fioroni ma a parte essere il loro cavallo pubblicitario , il loro strumento per la fama politica nulla è stato fatto per risolvere il problema di tanti anzi, hanno tutti contribuito ad acuirlo per comodità e risparmio. Stavolta dovranno tutti confrontarsi e giustificarsi con la popolazione Sannita tutta perché da lì non andremo via fino a quando l'ultimo cittadino non sarà informato. Invitiamo tutti i cassaintegrati del Sannio ad affiggere i propri striscioni, a venire a raccontare le proprie storie lì in quel luogo che speriamo diventerà lo specchio della Grande crisi che a tutti i costi vogliono sotterrare perché vigliaccamente e per meri interessi economici vogliono usare per arricchirsi e asservirci maggiormente. Noi i vostri sprechi non li paghiamo! Comitato Insegnanti e Ata Precari Sanniti.

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